Il web offre ai brand strumenti e canali di comunicazione nuovi ed efficaci, volti a rafforzare l’identità del marchio.
L’ondata di trasformazione digitale che ha invaso e pervaso ogni strato sociale, culturale ed economico, ha apportato cambiamenti radicali alle strategie di marketing, comunicazione e branding da parte dei marchi.
Il “Rinascimento Digitale”, infatti, ha aperto i battenti ad una miriade di nuovi strumenti e nuovi canali a disposizione del brand per comunicare e interagire virtualmente con i propri clienti o utenti finali. Internet, e il Web in genere, quindi, non sono più visti come una mera moda passeggera —come ritenuto da alcuni— ma come una necessità.
Il web, inoltre, ha la capacità straordinaria di permettere l’individuazione di un numero sconfinato di nicchie di mercato; una risorsa intrinseca di valore assoluto per chi fa business. Le nicchie, infatti, sono tutt’altro che entità astratte, ma gruppi più, o meno grandi, composti di persone che condividono interessi specifici verso qualcosa o qualcuno. Internet ci fornisce tutta una serie di strumenti (forum, blog, social network, etc.) che consentono di rintracciare e intercettare questi gruppi.
Individuare una nicchia, tuttavia, non è sufficiente. Bisogna saper comunicare con essa, sfruttando linguaggi e metodi di comunicazione propri del brand. Si deve, quindi, riuscire a raccontare una storia e offrire emozioni ai clienti finali. Le persone, infatti, cercano qualcosa che catturi e attiri la loro attenzione e gli faccia vivere un’esperienza autentica. Le persone imparano meglio quando si sentono coinvolte e, pertanto, ricevono meglio il messaggio che il brand vuole trasmettere.
Lo storytelling digitale è un’arte che sta prendendo sempre più piede nelle strategie di marketing e branding di piccoli e grandi marchi, a prescindere dal settore in cui operano – che si tratti di beni a largo consumo o di quelli di lusso.
Per rafforzare il proprio messaggio, la propria storia da raccontare, i brand e i grandi marchi del retail si stanno rivolgendo sempre più ai cosiddetti influencers. Essi, quindi, rappresentano un nuovo canale di marketing e branding, che punta su queste individualità del web piuttosto che su endorsement tradizionali.
Infatti, secondo MuseFind, il 92% dei consumatori si fida più di un influencer che di una pubblicità o di un celebrity endorsement. Inoltre, secondo una ricerca condotta da Chute, più del 60% dei brand ha incluso l’influencer marketing come parte della propria strategia di marketing per il 2016, ed è attesa un’ulteriore crescita del 15% entro il termine del 2017.
Questi dati illustrano come non sia più tanto importante quanta pubblicità fai, ma avere una storia da raccontare e far sì che, a sua volta, le persone ne parlino. Un discorso applicabile in maniera trasversale a più settori, che vanno dai grandi marchi della moda e del lusso fino ad aziende come banche, catene alimentari, label di alcolici e marchi di elettronica.
Puntare su queste attività permette di mantenere e trasferire la memoria di aziende e associazioni che raccontano il proprio percorso tramite la storia di persone, prodotti o servizi. Uno storytelling ben fatto trasferirà al cliente finale un messaggio di sicurezza sull’esperienza e sulla qualità dell’azienda.
A questo, viene spontaneo chiedersi: come si fa per intercettare un influencer che voglia promuovere la nostra azienda? Molti credono che per attirare l’attenzione di queste figure sia sufficiente avere un’idea creativa e innovativa. Tuttavia, il mondo degli influencer si sta trasformando in un vero e proprio business e, come tale, difficilmente questi personaggi prestano la propria immagine per la diffusione di un messaggio senza un ritorno.
Esistono delle tecniche volte a incrementare la possibilità di attirare l’interesse degli influencer e far sì che essi si sentano davvero coinvolti dalla realtà aziendale che decide di puntarci. Si genera, così, un rapporto bidirezionale e simbiotico tra brand e influencer, che lavorano reciprocamente per accrescere e raffinare il proprio branding.
Gli influencer, come tutti noi, sono attratti dalle esperienze uniche. Per essere di successo, queste dovranno rispettare alcuni criteri di base. Anzitutto, ci si deve assicurare che il proprio progetto produca dei benefici alla comunità, o a una specifica nicchia, e che, quindi, abbia un suo valore intrinseco. Poi, il messaggio promosso dovrà essere facile da comprendere e coinvolgente. Infine, bisogna far sì che si possa mantenere un equilibrio tra creatività e accessibilità: il messaggio dovrà essere originale, senza però sconfinare nell’eccessivo “avant-gardismo”.
Talvolta, queste esperienze possono prendere la forma di eventi, tour itineranti o weekend dedicati ad attività particolari. Questi momenti consentono ad un’azienda di coinvolgere appieno anche l’eventuale influencer, che potrà sperimentare direttamente il beneficio che un servizio o un prodotto può dare a chi ne fa uso.
Organizzare un evento, comunque, non è cosa semplice. Esistono, infatti, molti aspetti che vanno gestiti e tenuti in perfetto equilibrio per ottenere l’effetto desiderato. L’organizzazione di eventi, pubblici o ad invito, come, ad esempio, feste private, concerti, presentazioni, workshop, congressi, seminari e conferenze, è una delle armi promozionali più potenti in mano a tutti quei marchi che desiderano incrementare il proprio branding, la loro presenza sul territorio e diffondere il proprio messaggio. L’impatto che un evento può avere su un brand è enorme e, pertanto, è consigliabile affidarsi a professionisti del settore per massimizzare i risultati.
Aziende leader, come la Corsini.Events, specializzate nell’organizzazione eventi e che si avvalgono di professionisti del campo, sono in grado di progettare e realizzare eventi calibrati sulle specifiche esigenze del singolo brand. Infatti, l’expertise e il know-how di queste aziende permette di realizzare eventi capaci di garantire a ciascun marchio la visibilità necessaria ad incrementare il proprio business.