lunedì 30 dicembre 2024

Alma Project 24/7 raccontata da Alberto Bompani

Uno dei principali esperti italiani nell’organizzazione di entertainment per eventi privati ed aziendali ci offre una sbirciatina dietro le quinte del suo magico mondo. Alberto Bompani, musicista e cantante prima, manager di spettacolo poi ed attualmente uno dei più importanti esperti italiani di entertainment per eventi privati ed aziendali. Per conoscere meglio il modus operandi di un’azienda leader nel settore, abbiamo intervistato proprio Alberto Bompani, la mente creativa dietro al successo del progetto Alma Project 24/7.

D: Alberto, il futuro cosa prevede? La tua evoluzione in questo mestiere è abbastanza singolare, in quanto, come azienda, Alma Project 24/7 nasce dagli eventi privati. Quali pensi siano i vostri vantaggi competitivi verso i clienti?
R: Non posso fare a meno di ringraziarti per l’introduzione. In realtà, non sono mai stato un musicista nel verso senso della parola. Ho scritto canzoni, le ho interpretate, e dalla voglia di trasmettere al pubblico quello che avevo scritto sono nate velocemente le opportunità di lavoro negli eventi privati, sia come cantante sia come tecnico, e poi anche come supervisore delle attività di altri colleghi e collaboratori.Devo molto all’esperienza sul campo, poiché oggi, rappresentando decine di musicisti e tecnici che svolgono attività “in the field”, spesso su numerosi servizi in contemporanea, siamo in grado di conoscere e prevedere le potenzialità e i limiti di ognuno. Sono convinto del fatto che il cliente finale goda del vantaggio di un team di lavoro sereno, organizzato e decisamente sempre motivato a ottenere sempre il massimo risultato possibile.

D: Oggi offrite light design di ogni genere, sound design, music entertainment, performance realizzate integralmente dalle vostre equipe tecniche e con i vostri materiali. Come siete arrivati a questo punto?
R: Ogni volta che condivido un contenuto tramite i profili social di Alma Project 24/7, penso a quanto quella foto o quel video rappresenti solo la punta di un enorme e bellissimo iceberg. Non si può descrivere senza stressare i tuoi lettori sul lavoro concreto che c’è dietro a ogni dettaglio e a ogni realizzazione. Del resto, un iceberg è pur sempre un iceberg. Posso solo dirti che il percorso degli ultimi quindici anni è stato un percorso fatto di incontri, di valutazioni, di alleanze e intese umane, sempre con lo sguardo rivolto verso quella che Vinicius de Moraes chiamava “L’Arte dell’Incontro”. Non saprei intendere questo lavoro in alcun modo diverso. E forse il Talent Scouting è sempre stata una delle mie vere passioni!

Devo fare un’altra citazione, perché mi chiedi dei materiali che utilizziamo per i nostri allestimenti. Da poche ore rifletto su una frase di Steve Jobs, che credo sarà il mantra di questa prossima stagione: “It’s not the tools that you have faith in – tools are just tools. They work, or they don’t work. It’s people you have faith in or not.” Non si tratta di che cosa utilizziamo. Gli apparecchi sono materia inanimata. È chi è sul campo che tramite le sue creazioni e le sue competenze nobilita un oggetto che altrimenti sarebbe solo un oggetto. C’è un filo conduttore che lega le esigenze e i sogni del cliente a noi, che traduciamo questi input in termini tecnici, e allo Staff, che invece esegue e mette in pratica. È un cerchio che poi si chiude quando arrivano gli ospiti e parte la musica, quando al tramonto si accendono le luci, quando il Deejay suona l’ultima canzone. Non riesco a fare a meno di pensarci, sono affascinato da questo concetto, che poi -come chi lavora nel campo sa bene- crea una fortissima dipendenza.

D: Fare l’imprenditore nel mondo dello spettacolo è un mestiere molto complesso. Come fai a realizzarlo in maniera così precisa (a parte le poche ore di sonno!)?
R: Mi trovo bene nella complessità di questo mestiere, perché ho diverse personalità. Non ti spaventare! Mi spiego meglio. Come ogni complessità, anche quella del nostro settore bisogna prima conoscerla e poi imparare a domarla. Ho una formazione di tipo scientifico, una di tipo giuridico, e mentre studiavo Giurisprudenza, la mia ambizione era quella di fare il cantautore. Il risultato è che possiamo parlare delle caratteristiche di un faro o di un microfono, delle dimensioni di un palco, della logistica della prossima settimana di produzioni, dell’Economic Summary di un evento, di ritenute d’acconto o di come poter gestire un rapporto di lavoro con un collaboratore, e mi troverai sempre a mio agio.

R: Ti confesso che, inoltre, devo molto all’equilibrio che c’è sempre stato nella mia famiglia e al fatto che sono sempre stato lasciato libero nelle mie scelte, anche quelle più importanti, fin da giovanissimo. Il risultato è che sento tuttora la responsabilità della mia autonomia di imprenditore. Sul dormire poco: ho chiamato la mia nuova società 24/7 S.r.l., perché lavorando con clienti che scrivono da ogni fuso orario del pianeta, ormai è diventata un’abitudine quella di rimettersi al lavoro dopo cena per assisterli. 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. A volte di notte guardo fuori dalla finestra dell’ufficio e penso: a quest’ora, in Italia, ci sono io aperto e gli Autogrill!

D: Sappiamo che Alma Project ha subito una recente ristrutturazione aziendale. Che cosa avete cambiato, e come vi trovate in questa nuova organizzazione?
R: Dal Natale del 2016 ho deciso di portare avanti questo progetto senza i collaboratori con cui lo avevo condiviso fin dall’inizio. In poche parole, un matrimonio finito dopo quindici anni. Ed è stata una decisione presa in pochi giorni. Ho seguito le molliche di pane che ho trovato sul sentiero, e in fondo c’era questa cosa da fare.  È stato un lampo in una città come Firenze farlo sapere. La voce si è diffusa molto rapidamente. Senza volerlo, ho messo in moto la più grande operazione di marketing gratuita che avessi mai potuto inventare, perché ne è seguito un tam tam di telefonate, mail, richieste di chiarimenti che hanno inevitabilmente portato lavoro, contatti e nuove opportunità. Mi chiedi che cosa è cambiato? A livello strutturale interno, assolutamente niente. I tecnici, i collaboratori in ufficio e i clienti sono rimasti gli stessi. Anzi, sono anche aumentati, con assunzioni nei ruoli chiave e nuove meravigliose amicizie. Ad Alma Project 24/7 ci troviamo bene, perché siamo gli stessi di sempre e sul campo questo feeling darà grandi risultati.

"Evento dopo evento, ricerchiamo la perfezione"

D: Immaginiamo che in un’azienda come Alma Project 24/7, il lavoro di gruppo sia fondamentale. Come fai a tenere il team sempre così coeso, attento, ma soprattutto entusiasta?
R: Sono presente. Ci sono sempre per loro, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Non sono un buon esempio per i miei figli, ai quali insegnerò che un lavoro da dipendente sarà la migliore scelta da fare per tutelare la vita privata ed il tempo libero. Ma voglio essere un buon esempio per i miei collaboratori e poter dare loro tutte le indicazioni e le istruzioni per poter lavorare bene, ottenendo così sempre il massimo risultato. Non mancano però i momenti di svago: abbiamo organizzato feste e cocktail in magazzino per dare sfogo alla creatività di ognuno e per testare i nuovi materiali, unendo l’utile al dilettevole. A organizzare feste, devo dire che siamo diventati proprio bravi!

D: Sei sempre stato un innovatore nella creazione di allestimenti, materiali e rifiniture. Che novità hai in serbo per il 2017?
R: Non mi piace seguire le mode. Su questo non cambierò, perché a me piace il bello e il fatto bene, in modo ragionevole, e non fare quello che fanno tutti gli altri. Però mi piace essere innovativo nelle soluzioni e allestimenti che si adattano alle varie location nelle quali operiamo, valorizzandone gli ambienti e i contenuti senza snaturarle. Con questa risposta credo di aver soddisfatto la tua domanda, senza svelare alcun segreto aziendale. Posso però darti un indizio: per alcuni dei nostri allestimenti saremo… invisibili! Vediamo se riuscite a indovinare…

D: Hai sempre avuto un ottimo rapporto con tutte le agenzie di organizzazione di eventi. Come si sono evoluti i ruoli negli anni? E cosa pensi debba essere fatto da parte di agenzie e fornitori per ottimizzare la produttività del nostro mestiere?
R: L’organizzatore, dev’essere organizzato! Si lavora benissimo con chi ha un metodo di lavoro solido. Tuttavia, manca ancora uno standard unificato nella comunicazione tra agenzie, noi fornitori, clienti. È presto per parlarne, ma l’idea di lavorare su un progetto che imponga un denominatore comune alle cose più banali, come ad esempio un semplice nome di un file, l’oggetto di una mail, le cartelle dropbox condivise, mi affascina da tempo. I rapporti di lavoro con tante agenzie che lavorano in modo diverso sono possibili grazie al fatto che quotidianamente traduciamo le richieste che ci sono fatte in un linguaggio che sia poi comprensibile a chiunque si interfacci con noi. Così, uniformando il metodo, non ci sarebbero più agenzie con cui poter lavorare meglio o peggio, perché tutti parleremmo la stessa lingua e il risultato è che il cliente otterrebbe ciò che vorrebbe. E magari anche qualcosa in più.

D: Quali sono le informazioni fondamentali di cui hai bisogno per ipotizzare un progetto per un tuo cliente? E a quale momento dell’organizzazione dell’evento dovresti idealmente essere contattato?
R: È fondamentale per noi conoscere: data, orari di massima e soprattutto la location dell’evento per cui studiamo la produzione. Questo è un mantra per tutti noi dello Staff e un’esigenza per ipotizzare le soluzioni artistiche e tecniche. Una volta definiti questi parametri, allora possiamo entrare in gioco. Succede anche, e non di rado, che i clienti scelgano una determinata location proprio perché hanno visto i nostri allestimenti. Sapere che siamo riusciti a valorizzare a tal punto non solo quella location ma il mercato stesso, creando con un lavoro fatto bene, opportunità anche per altri, per noi è un enorme piacere e te lo dico con una punta di orgoglio.

D: Come vedi l’evoluzione di Alma Project 24/7 nei prossimi cinque anni?
R: Sono molto concentrato sulla stagione appena iniziata. Le previsioni si possono fare, e sono rosee, ma l’evoluzione di Alma Project 24/7 sarà data dal livello di concentrazione e dai sacrifici che tutti noi faremo per crescere insieme. Non chiamo mai “azienda” questa realtà, che per me è come una seconda famiglia. Il mercato ci darà ragione o ci darà torto; voglio solo che non si possa mai dire che potevamo fare meglio e di più, perché ho insegnato a tutti a segnalare ogni piccola sbavatura e a fermarci a riflettere ogni volta che la macchina rallenta, di modo da non ripetere mai e poi mai una sola volta lo stesso errore. Quindi, nei prossimi cinque anni, avremo un’azienda… senza errori!

D: Quali sono secondo te i cinque errori più drammatici che possono accadere a voi, o al vostro team durante l’organizzazione di un ricevimento di matrimonio? Ti è mai accaduto?
R: Di drammatici, per fortuna, non ne sono mai avvenuti, se intendi qualcosa che riguarda la sicurezza o la serenità di un evento o dei suoi invitati. Devi sapere che qualsiasi cosa mettiamo in produzione, prima di essere messa in opera, attraversa una serie di controlli di qualità, di stabilità, di sicurezza e di certificazioni, perché il rischio è il nostro mestiere, ma è meglio non correre alcun rischio. E poi, ad Alma Project abbiamo sempre il “Piano B”. Qualcuno che parte dal magazzino per portare un oggetto mancante su un lavoro, i file con le richieste del Deejay copiati su ogni device dei tecnici e salvati in cloud, cellule dormienti richiamati in servizio la notte stessa, una varietà di tutele che non ti sto a svelare… Oltre al piano B, c’è la “bompanata”, che consiste nel portare un 10% in più del materiale necessario,  più dell’altro materiale di scorta per far fronte a guasti o dimenticanze. “Errare humanum est, perseverare autem diabolicvm”, quindi, ad ogni errore segue un insegnamento. Abbiamo fatto bene? La prossima volta faremo ancora meglio. E così via verso la produzione perfetta. Utopia?

D: Tra tutti gli eventi che hai realizzato ce ne sono alcuni che ricordi con più passione? Se si perché e quali?
R: Nel 2011 abbiamo realizzato palco, allestimento luci, audio e backline per Mr. Gordon Sumner, conosciuto da tutti come Sting. Ho messo in campo quelli che allora erano dieci anni di esperienza, per quindici minuti di concerto. Le esperienze forti in questo lavoro ti permettono di misurarti con chi sei e ti portano al livello successivo di esperienza e consapevolezza. Da allora in poi, è stato un susseguirsi di sfide e produzioni sempre più impegnative.

Si ringrazia Alberto Bompani di Alma Project 24/7 per la disponibilità e la cortesia.