domenica 22 dicembre 2024

Vincenzo Dascanio: "Un floral designer deve avere un'identità propria e uno stile originale"

Vincenzo Dascanio ci racconta i suoi primi 20 anni di carriera e quali sono gli elementi fondamentali per diventare un floral designer di successo. Vincenzo Dascanio è uno dei più rinomati flower ed event designer in Italia e uno dei più quotati in Europa.  Sin dai suoi esordi, 20 anni fa, Vincenzo Dascanio ha affermato uno stile innovativo e prorompente capace di stabilire eleganza e raffinatezza.  La cura del dettaglio e la creazione di soluzioni inedite gli permettono di piegare alla sua creatività la natura delle piante dimostrando una piena dominanza dell’antica ars topiaria.

Allestimento floreale di Vincenzo d'Ascanio

Ogni suo allestimento si trasforma in un’esperienza indimenticabile per coloro che lo vivono.  L’8 marzo 2017, Vincenzo Dascanio ha festeggiato al Four Seasons di Milano i suoi 20 anni sul mercato con una splendida serata culmine di una grandiosa Master Class.
D: Caro Vincenzo, come ci si sente dopo vent’anni di vita immersa negli eventi e nei fiori?
R: Quest’anno festeggio i miei 20 anni di carriera e per me è un bellissimo traguardo.  Se mi guardo indietro vedo un percorso molto intenso e a tratti impegnativo, del quale comunque ho amato ogni istante; ogni esperienza positiva e negativa ha contribuito a portarmi dove sono ora.  Il bilancio è senz’altro positivo.

D: Sin dall’inizio della tua carriera sei sempre riuscito ad imporre uno stile molto innovativo. Ci spieghi come ci sei riuscito?
R: Questo aspetto non è semplice.  Il mio è uno stile molto personale e che parte dall’interno, da me stesso, ed è in continua evoluzione.  L’aspetto più delicato e complesso legato al concetto di innovazione è spiegare ai miei clienti qualcosa che non si può mostrare, perché non è mai stato fatto prima.  I nostri progetti sono tutti custom, quindi, nonostante siano tutti  corredati da visual, c’è una componente di fiducia (da parte del cliente ndr.) che è imprescindibile.  Sta tutto nel riuscire a comunicare, più che a pensare come sarà il centrotavola, le sensazioni e l’atmosfera che le persone coinvolte proveranno.  Se si pensa il concetto stesso di evoluzione è destabilizzante.  Richiede uno sforzo di immaginazione non indifferente.

D: Cosa vuol dire oggi essere un Flower/Event designer?
R: Il concetto di flower designer oggi si è evoluto. Sebbene i fiori siano stati una costante nella storia della mia vita fino ad oggi, negli ultimi anni sono stati affiancati da nuovi materiali, ovvero nuove suggestioni che non li hanno rimpiazzati bensì hanno contribuito a valorizzarli ma all’interno di un quadro più ampio.  Il design di un evento è il risultato di tantissimi aspetti, tutti correlati, e un bravo designer deve saper bilanciare ogni dettaglio per ottenere un risultato eccellente.

D: Che consigli ti sentiresti di dare ad un giovane Flower/Event designer per crescere in questo mestiere?
R: Come ho spiegato anche agli allievi del mio corso, che si è tenuto all’inizio del mese di marzo, l’unico segreto, anche se può suonare banale, è essere sé stessi, trovare il proprio stile personale e lavorare a partire da esso.  Le copie non hanno lunga vita. Possono servire per migliorare la tecnica ma è fondamentale lavorare a partire dal proprio stile e crederci.

D: Ti senti più un artigiano o un imprenditore? Perché?
R: Entrambe le cose.  In questo settore bisogna conoscere il mercato, studiarlo per poterlo affrontare con i giusti strumenti, ma non potrei mai rinunciare a lavorare con le mani; è ciò che mi piace fare e che so fare meglio.

D: Quando inizi a pensare ad un tuo nuovo progetto, hai dei punti di riferimento da cui parti?
R: Il punto di riferimento è sempre il cliente.  Ascoltare il cliente, e soprattutto capirlo e indirizzarlo, è un punto chiave del mio lavoro.  Da lì parte tutto.

D: Tanti Trend Setter del mercato italiano e mondiale sono venuti a Milano per festeggiare i tuoi 20 anni di carriera. Come ci si sente?
R: È stata una serata molto emozionante che ho voluto condividere chi crede e ha creduto in me.  Bravi professionisti che, negli anni, sono diventati anche amici.

D: Consapevoli che questo sia un mestiere molto impegnativo, sia fisicamente che mentalmente, cosa ti dà la forza e la voglia di continuare?
R: Quando si fa ciò che si ama, la fatica, anche se talvolta presente, si sente un po’ meno.  Quando alla fine di un evento vedo il risultato finale, questo mi ripaga di ogni sacrificio.

D: Il tuo rapporto con Event Producers e Wedding Planner?
R: Dipende tutto dall’equilibrio dei ruoli. Lavoriamo spesso con Event Producer Internazionali che talvolta si appoggiano a noi per gli eventi in Italia. Spesso si instaura una bellissima sinergia. Non è detto, infatti, che ci sia competizione. Anzi, ognuno apporta la propria visione e la propria creatività e il risultato di solito è stupefacente. In merito alle Wedding Planner, ce ne sono di bravissime e giocano un ruolo fondamentale di coordinamento, specialmente nel caso di grossi eventi.

D: C’è qualcuno in particolare che ti senti di voler ringraziare per tutti i successi e i traguardi raggiunti?
R: Come ho detto prima, le persone che hanno creduto in me e continuano a farlo. Tra questi, i miei clienti, che mi coinvolgono e si affidano a me per festeggiare i loro momenti più belli.

Si ringrazia Vincenzo Dascanio per la disponibilità e la cortesia.