Dario Nardella, classe 1975, dall’età di 14 anni vive a Firenze, dove coltiva la sua grande passione per la musica, diplomandosi in violino presso il conservatorio nel 1988. In seguito, consegue la laurea in Giurisprudenza, seguita da un dottorato di ricerca in diritto pubblico e diritto dell’ambiente. Intrapresa la carriera politica, fa la sua prima esperienza nel Consiglio Comunale di Firenze nel 2004, venendo rieletto nel 2009, quando fa parte della giunta dell’allora Sindaco, Matteo Renzi, in qualità di Vicesindaco.
Dopo l’elezione alla Camera dei Deputati nel 2013, per la quale è membro della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo e promotore di importanti iniziative legislative, decide di prestare il suo impegno civico alla sua città e di candidarsi come Primo Cittadino di Firenze. Viene eletto Sindaco di Firenze il 25 Maggio 2014 e diviene Sindaco della Città Metropolitana di Firenze il 1 Gennaio 2015.
Molto attento allo sviluppo economico, imprenditoriale e culturale della città, in questi anni ha messo le sue competenze e le idee innovative al servizio del progresso di questi settori e della loro ricerca di una sempre maggiore apertura ai mercati internazionali.
Prospettive di crescita del settore eventi
D: Buongiorno Sindaco, grazie per aver accettato di parlare con noi. Firenze è una piccola città dal punto di vista urbanistico, ma ha un enorme respiro internazionale grazie ai settori del turismo e dell’imprenditoria del territorio. Quanto pensa che l’industria degli eventi sia importante per la nostra regione?
R: Per il nostro territorio è senza alcun dubbio molto importante e in crescente sviluppo: l’internazionalizzazione delle nostre imprese è un aspetto di fondamentale rilevanza. Nne sono testimonianza gli eventi pubblici, aziendali e privati sul nostro territorio che denotano la vivacità creativa e finanziaria delle imprese locali. Inoltre, il settore degli eventi è essenziale per attrarre turismo di qualità.
D: Parliamo delle infrastrutture: come pensa di sviluppare questo settore per favorire l’arrivo di congressi, eventi aziendali e privati nella nostra città?
R: Asset fondamentale sono le grandi opere: aeroporto e alta velocità, ma anche la rete tramviaria. Firenze è una città al centro di un sistema geografico che interessa la piana e le colline, dal Chianti al Valdarno, fino al Mugello. Per favorire il turismo e le diverse attività economiche che convergono sulla città, è necessario migliorare i collegamenti e accorciare le distanze. La nuova pista dell’aeroporto di Peretola è uno dei principali obiettivi per facilitare gli spostamenti di imprenditori e professionisti, oltre che per incentivare il turismo di qualità in contrasto con il turismo “mordi e fuggi”.
D: Oltre ad un perfezionamento delle infrastrutture, cosa ritiene necessario per la nostra città?
R: Sia Firenze che la Città Metropolitana necessitano di rete! Infatti, apprezzo enormemente il lavoro portato avanti dal DFCVB (ndr. Destination Florence Convention & Visitors Bureau), che sta operando per portare alto il nome di Firenze, grazie anche alla forza dei propri soci. Questa come altre sono iniziative fondamentali, che il Comune sosterrà sempre, per promuovere l’aggregazione dell’offerta turistica qualitativa. Fungere da collante e conseguentemente favorire la collaborazione tra albergatori, vettori, Tour Operator, agenzie e società di servizi è l’unico modo per competere con successo sui mercati internazionali.
D: Ma non pensa che Firenze sia già satura di turismo?
R: Firenze ha visto negli ultimi anni una crescita continua dei visitatori. Non ha senso contrastare questo fenomeno perché la vocazione turistica è un valore aggiunto per l’economia del nostro territorio e anche perché il brand Firenze è ormai oggetto di desiderio diffuso in tutto il mondo. Visti i numeri e a fronte di una pressione turistica notevole, è fondamentale un’analisi continua dei dati relativi agli spostamenti e alle abitudini dei turisti per poter offrire servizi sempre migliori e allo stesso tempo operare una gestione dei flussi che migliori la convivenza con i residenti e la qualità dell’esperienza di visita.