lunedì 12 maggio 2025

Angelo Garini: “Un matrimonio è riuscito quando è una festa per tutti, non solo per gli sposi”

Angelo Garini intervistato al WIM Tour.

In occasione della tappa milanese del WIM Tour  – fondato da Tommaso Corsini CEO di Corsini.Events –  ospitata negli eleganti spazi dell’Hotel Ritz di Starhotels, abbiamo avuto il piacere di intervistare Angelo Garini, architetto, designer e storico interprete del wedding all’italiana. Con la sua visione raffinata e inclusiva dell’evento perfetto, ci ha raccontato il suo percorso e condiviso riflessioni preziose sul futuro del settore.

Quali sono i dettagli che oggi fanno davvero la differenza in un evento?

Un evento è davvero riuscito quando lascia un ricordo indelebile non solo agli sposi, ma a tutti i presenti. Potrebbe sembrare una considerazione semplice, ma è la chiave della buona riuscita di qualsiasi celebrazione. Il matrimonio è una festa, certo, ma è anche un momento di incontro tra generazioni, culture, gusti e abitudini differenti.

È inutile pensare a soluzioni scenografiche straordinarie se poi risultano scomode o inaccessibili per una parte degli ospiti. Così come è poco sensato scegliere un menù troppo eccentrico a scapito del gusto comune. L’attenzione verso ogni invitato è fondamentale.

Poi, c’è la parte estetica e sensoriale: dagli allestimenti floreali alla musica, dalla scenografia olfattiva agli elementi di intrattenimento, tutto deve armonizzarsi in modo elegante per creare un’esperienza completa, coinvolgente e memorabile.

Come hai iniziato questo lavoro?

Sono nato come architetto, con una profonda passione per tutto ciò che riguarda l’arte della decorazione, l’estetica e la storia del ricevere. Il mio primo matrimonio è arrivato quasi per caso, ma in realtà era il passo più naturale. Avevo appena terminato la ristrutturazione di una casa a Milano e la mia cliente, conoscendo la mia inclinazione per la mise en place e la decorazione floreale, mi chiese di seguire le nozze della figlia.

Non tutti sanno che, un tempo, i grandi matrimoni erano proprio affidati agli architetti. Così ho iniziato a progettare non solo spazi da abitare, ma anche spazi per accogliere e celebrare, dando vita a progetti per la casa e per la vita… anche se solo per un giorno.

Come immagini lo sviluppo del settore nei prossimi cinque anni?

Mi auguro una crescita sostenibile, soprattutto in termini di professionalizzazione. È importante che si riconosca questo comparto per ciò che è: un settore economico con un forte impatto e un grande potenziale. La passione è importante, ma non basta: servono strutture solide, visione strategica e spirito collaborativo, ancora troppo carente in molti ambiti.

Cosa manca oggi per far crescere davvero questo settore?

Manca una consapevolezza diffusa e trasversale dell’importanza del nostro comparto. Parliamo di un’industria che genera valore e occupazione, e solo da poco anche le istituzioni iniziano ad accorgersene. Ma il cambiamento deve partire dal basso: da chi lavora ogni giorno sul campo, evitando banalizzazioni e stereotipi – come ridurre il nostro ruolo al solo “wedding planner” (quando non viene storpiato in “wending”).

Quali sono le competenze fondamentali per chi vuole entrare in questo mondo?

Servono competenze gestionali e organizzative, una solida base amministrativa e soprattutto la capacità di lavorare in team. Ma non come leader autoritari, bensì come coordinatori consapevoli, capaci di valorizzare ogni professionista della filiera. A questo si aggiungono empatia, sensibilità estetica e, ovviamente, un gusto personale che può crescere e affinarsi nel tempo.

Quanto conta davvero la collaborazione tra professionisti?

Conta moltissimo, sia tra chi offre servizi diversi, sia tra chi fa lo stesso mestiere. C’è posto per tutti, ma non tutti i matrimoni sono per tutti. È essenziale comprendere il proprio posizionamento, la propria nicchia, e rispettarla. Oggi sembra che tutti puntino al luxury o al destination wedding, ma esiste un’ampia fascia di matrimoni italiani di medio livello, ancora troppo trascurata, che può offrire grandi soddisfazioni.

Che opinione hai di WIM?

WIM rappresenta un punto d’incontro autentico: un luogo virtuale – ma non solo – dove confrontarsi con operatori seri, motivati e desiderosi di crescere. È un ambiente dove si respira professionalità, dove finalmente il settore eventi viene affrontato con strumenti e linguaggi evoluti. È finito il tempo di parlare solo di fiori e confetti: oggi è fondamentale confrontarsi su strategie di mercato e linee guida imprenditoriali.

Cosa proporresti per rendere l’offerta WIM ancora più completa?

Da sempre cerco di portare cultura e conoscenza storico-artistica nel mondo del wedding. Mi piacerebbe vedere all’interno di WIM uno spazio dedicato all’approfondimento culturale, in particolare sulla storia dell’arte del ricevere, un’eccellenza tutta italiana che merita di essere riscoperta e valorizzata.

Angelo Garini, intervistato al WIM Tour ci ricorda come un evento di successo non sia solo questione di stile, ma di visione, cura, equilibrio e sensibilità verso le persone. Un punto di vista prezioso, che arricchisce e ispira l’intero settore.