domenica 13 ottobre 2024

Il gioiello contemporaneo: intervista a Maria Sole Ferragamo

Una piacevole chiacchierata con Maria Sole Ferragamo, erede della grande famiglia della moda fiorentina, una dei figli di Leonardo e Beatrice Ferragamo. Nata a Firenze nel 1990, dopo la laurea in architettura presso il Politecnico di Milano nel 2013, si trasferisce a Londra per seguire la sua vera passione, il design di gioiello. Qui conclude il secondo ed ultimo anno di un master in questa disciplina al prestigioso Central Saint Martins College of Art and Design, esplorando l’uso di diversi tipi di pellame, per la creazione di gioielli destinati al mercato del lusso.

D: Cara Maria Sole, quando è nata l’idea di produrre gioielli: già frequentando il Politecnico di Milano o addirittura da prima? Quale è il suo primo ricordo legato ad un gioiello?

R: Da molto prima, la mia passione per creare gioielli nasce da bambina. Più precisamente per il mio compleanno dei 9 anni, mia mamma mi regalò una scatola rossa con all’interno del filo di rame, delle perline e delle pinzette. Con quei materiali creai il mio primo braccialetto e da allora non ho mai smesso. Mi portavo le perline a scuola e lavoravo di nascosto sotto il banco. Al liceo non vedevo l’ora che arrivasse il sabato per poter passare tutto il pomeriggio e la notte nel mio piccolo laboratorio!

D: Ha mai pensato di occuparsi anche del business principale della sua famiglia, quello delle calzature e delle collezioni moda donna e uomo?
R: Per il momento sono partita dalla mia inclinazione e passione principale, ovvero il gioiello. Mi rendo conto di essere nel bel mezzo di un percorso in evoluzione che mi porterà sicuramente ad esplorare altre forme ed altre tipologie di prodotto.

D: Quale è secondo lei il ruolo che il gioiello svolge in un look?
R: Per quanto il gioiello venga considerato un “accessorio”, io penso che abbia un ruolo primario. Può rendere anche l’outfit più semplice molto più personale. Il gioiello è qualcosa che molto spesso si acquista con il cuore, non con la mente e penso quindi che il suo ruolo sia proprio quello di dare un tocco personale ed emozionale a ciò che si indossa.

D: Alcuni gioielli della collezione SO-LE Studio richiamano forme tipiche della biologia: il DNA per esempio o a volte forme antropomorfe. E’ un aspetto voluto? Da dove trae l’ispirazione?
R: Ciò che è sicuramente voluto nel mio lavoro è il cercare dilavorare la pelle, un materiale vivo, in forme che richiamino il movimento e in oggetti che siano leggeri e piacevoli da indossare. Traggo ispirazione da fonti diverse, guardo molto alle architetture e in particolare agli elementi strutturali; guardo all’arte cinetica e al quella ottica, proprio per quell’illusione di movimento in oggetti statici e di tridimensionalità in elementi bidimensionali. Nella moda, invece, mi affascinano i costumi dell’epoca elisabettiana per la loro componente regale e perché da questi costumi ed indumenti le donne traevano bellezza e forza sentendosi protette. Infine, molte delle mie idee nascono dalla ricerca instancabile e costante su materiali e tecniche di lavorazione.

D: Parlando di cerimonie, quale è secondo lei il gioiello da indossare per il proprio giorno del matrimonio? Il must have (fede di nozze esclusa ovviamente) che ogni sposa dovrebbe avere? E per lo sposo?

R: Non credo che esista un must have. Credo che il gioiello indossato nel giorno del proprio matrimonio debba avere un valore emotivo per la sposa. Potrebbe essere anche un bracciale di cotone, ma se si tratta di un oggetto importante per chi lo indossa, allora sarà quello giusto. Per quanto i gioielli da uomo siano sempre più in voga, non sono una grande fan. Credo che l’uomo debba rimanere semplice e classico, un paio di gemelli può essere più che sufficiente.

D: Se dovesse celebrare un evento speciale, per esempio una cena di gala, quale gioiello le piacerebbe indossare?
R: Non amo gli abiti tropo vistosi o elaborati. Preferisco quelli semplici e lineari, spesso monocolore. In questo modo l’abito diventa per me un po’ come la tela di un pittore che posso decorare con il gioiello. Quindi per una cena di gala lo decorerei con qualcosa di importante come il nostro pezzo “Bella”, che è una collana grande che arriva a coprire le spalle.

D: Una frase con la quale le piacerebbe chiudere l’intervista: magari sempre a tema eventi/cerimonie. Oppure il suo motto personale.
R: “L’ispirazione esiste, ma deve trovarti al lavoro.”  Questa frase di Pablo Picasso è a me particolarmente cara perchè riassume il modo in cui approccio il mio lavoro, con costanza, perseveranza e devozione.